Se guardiamo agli ultimi 15 anni, vediamo subito che la Città è stata amministrata senza un preciso criterio, senza alcuna visione o strategia, per dare ai cittadini una città migliore, più vivibile, più amichevole. Potremmo dire che non si percepisce interesse per le cose che devono essere fatte.
L’unico modo per fare bene le cose è amare le cose che si fanno. Ed a Grugliasco vediamo i risultati; un po’ di cose fatte, sparse in giro, senza una razionalità o un filo conduttore.
Una proposta di governo della Città deve guardare al passato, ma non per rivangare polemiche e mostrare responsabilità. Si deve guardare al passato per individuare i vizi e gli errori, anche per imparare e corazzarsi per costruire il miglior futuro possibile.
Usciamo da un’epoca prima di
varianti urbanistiche, delle quali si intravedeva facilmente il valore economico e imprenditoriale, ma delle quali non si riusciva a vedere il valore per i cittadini. Poi si è passati a tentativi di realizzare opera pubbliche che sono pare finalizzate più a dare visibilità all’amministrazione che a risolvere realmente problemi dei cittadini.
E’ urgente rimettere i cittadini al centro dei progetti della Città di Grugliasco.
Rimettere i cittadini al centro dei progetti significa almeno due cose
- Per risolvere problemi dei cittadini, per migliorare la qualità della vita, non serve realizzare opere pubbliche. O meglio, non è sufficiente. Occorre mettere in atto delle “politiche”. Occorre cioè prevedere e realizzare azioni coordinate.
- I progetti utili, quelli che funzionano, nascono dal confronto con i cittadini. Non da un confronto rituale, fuori tempo massimo, quando tutto sostanzialmente è già stato deciso. Ma da un confronto reale, quando il progetto nasce. Non è difficile farlo. Basta volerlo. E basta non avere impedimenti. Una volta si chiamava partecipazione, … e si chiama ancora così! Ed a Grugliasco vediamo bene cosa succede se si evita la partecipazione: si realizza Viale Gramsci!
Significa anche essere coscienti che tutte le scelte amministrative, oltre agli obiettivi dichiarati, producono sempre effetti indesiderati.. In questi anni chi ha segnalato per tempo le criticità, è stato zittito. Dopo, a fronte dei problemi, le amministrazioni hanno sempre tentato di far finta di niente.
Si tratta di pensarci prima ed operare con piena responsabilità.
Siamo in un epoca di vacche magre. Fare promesse faraoniche è un’ottima strategia per chi vuole andare all’opposizione.
Ma se le risorse economiche sono scarse, si può scegliere tra due vie. Ipotecare il futuro della Città, svendendo beni pubblici (“beni comuni”), consumando i terreni liberi senza un progetto di città. Si possono vendere le scuole appena costruite, caricando pesanti canoni di locazione sul futuro della Città (vedasi il progetto folle dell'Europa Unita).
Oppure si può prendere atto della situazione, ed usare altre risorse. Per molti temi (ambiente, risparmio energetico, trasporti) è possibile attingere a fondi europei. Ma progetti con solide basi possono trovare anche fondi nazionali, regionali, di città metropolitana. Ma bisogna anche sapere distinguere le soluzioni buone sulla carta, in un contesto teorico, da quella che davvero fanno del bene alla città. Le prime, purtroppo, producano più danni che benefici e ipotecano il futuro caricandolo di problemi evitabili.
Ecco, amare Grugliasco, significa anche questo.